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"STARE DECISIS" - LA NUOVA FRONTIERA DEL DIRITTO ITALIANO

2019-07-06 01:46

Avv. Emanuele Dalla Palma

NEWS, CASSAZIONE , GIURISPRUDENZA DIRITTO BANCARIO, NEWS LEGALI, stare decisis, nuova frontiera del diritto,

"STARE DECISIS" - LA NUOVA FRONTIERA DEL DIRITTO ITALIANO

Il nostro ordinamento ha subito una radicale evoluzione in ordine al consolidamento della funzione nomofilattica della Corte di Cassazione. Incisivo l’obbligo

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A cura dell’ Avv.toEmanuele Dalla PalmaTrattodahttps://www.altalex.com/documents/news/2018/04/24/ricorso-per-cassazione-principio-di-specificitadell’Avv.Paolo Franceschetti (Email:studiolegalefranceschetti@hotmail.it) 
Lostaredecisis (inlatino:"rimaneresu quanto deciso")è un principio generale dei sistemi di common law, in forza delquale il giudice è obbligato a conformarsi alla decisione adottatain una precedente sentenza, nel caso in cui la fattispecieportataal suo esame sia identica a quella già trattata nel caso in essadeciso. Inquesto modo, i precedenti desunti dalle sentenze anteriori operanocome fonte di diritto e, negli ordinamenti di commonlaw lamaggior parte delle norme è prodotta proprio tramite questa fonte.Ilnostro ordinamento giuridico, senza ne prendessimo immediataconsapevolezza, ha subito con le novelle procedurali introdotte conlegge n. 69 del 18 giugno 2009 e legge 07.8.2012 n. 134 (conv.del d.l. 22.6.2012, n. 83) una significativa evoluzione epocale, condecisivo non trascurabile impatto sulle motivazioni decisionali a cuii magistrati di merito hanno obbligo di attenersi. Evoluzioneben sottolineata dal professore Luciano Violante secondo ilquale "l’ordinamento italiano sta scivolando gradualmenteverso un modello di common law dove al diritto legislativo sisostituisce quello giurisprudenziale: i diritti dei cittadini nondipendono più dalla legge del Parlamento ma dalle sentenze deigiudici"  (fonte: https://www.ilfoglio.it/giustizia/2019/03/19/news/in-italia-i-diritti-dei-cittadini-dipendono-dalle-sentenze-dei-giudici-243896/ ) Conordinanza 02.03.2018, n. 5001 la CORTE DI CASSAZIONE  ha inteso rafforzare e chiarire la funzione del c.d. "filtroin Cassazione" di cui all’art. 360-bis, n. 1, c.p.c., conriferimento agli oneri argomentativi di cui i ricorrenti sonoinvestiti, ai sensi dell’art. 366, n. 4, c.p.c. nella redazione deimotivi di ricorso proposto avverso una sentenza conforme allagiurisprudenza di legittimità.  LaSuprema Corte conferma, esplicitamente, la crescente importanza dellapropria funzione nomofilattica e il rafforzamento del principio dellostare decisis nell’ordinamento italiano.  Principiodello stare decisis checonnota la common law di matrice angolassone.GliErmellini decantano lo strumento nomofilattico di cui all’art. 384,comma primo, c.p.c. - finalizzato alla risoluzione di una questionedi diritto di particolare importanza - enunciando il seguenteprincipio di diritto: "Ove col ricorso per cassazione si denuncila violazione o la falsa applicazione di norme di diritto,processuali o sostanziali, il principio di specificità dei motivi dicui all’art. 366 c.p.c., comma 1, n. 4, deveessere letto in correlazione col disposto dell’art. 360-bis c.p.c., n. 1; è pertanto inammissibile per difetto dispecificità, ai sensi dell’art. 366 c.p.c., comma 1, n. 4, inrelazione all’art. 360-bis c.p.c., n. 1, il motivo di ricorso che,nel denunciare la violazione di norme di diritto, ometta diraffrontare la ratio decidendi della sentenza impugnata con lagiurisprudenza della Corte e, ove la prima risulti conforme allaseconda, ometta di fornire argomenti per mutare giurisprudenza".  Quantoalla configurazione del "filtro in Cassazione" la Corterichiama le argomentazioni di cui alla CASSAZIONE A SEZIONI UNITEn. 7155/2017 intervenuta a dirimere la vexataquaestio della qualificazione della sanzione prevista in terminidi inammissibilità ovvero di manifesta infondatezza (già affermatodalle Sezioni Unite, Cass. n. 19051/2010 )del ricorso.  Allaluce del citato orientamento, la disposizione processuale de quaconfigura una peculiare forma di inammissibilità"sostanziale", che ricorre nel caso in cui i motiviarticolati nel ricorso non offrano sufficienti elementi idonei adindurre la Cassazione a modificare il proprio orientamentoconsolidato, nel caso in cui la sentenza gravata sia conforme alla"giurisprudenza della Corte" stessa.  Nozionerecentemente reinterpretata in maniera più estensiva rispetto aquanto espresso nelle "Linee guida per il funzionamento dellasesta sezione civile" diffuse con circolare del PrimoPresidente nel 2016, da ordinanza della CORTE DI CASSAZIONE4366/2018, che chiarisce: "la presenza di un precedente di legittimità,quand’anche unico e perfino remoto, ma univoco e chiaro è idonea afare ritenere la sussistenza di un orientamento interpretativo daqualificarsi consolidato, visto che non si è mai evidentementeapprezzata la necessità di rimetterlo in discussione", ed èritenuta agevolmente percepibile ad un sommario esame del ricorso,ben prestandosi ad un vaglio preliminare di ammissibilità. Inmaniera analoga, pur non identica, a quello che l’art. 360-bisc.p.c. prevede per il ricorso in Cassazione, l’art. 348-terc.p.c. istituisce un filtro in Appello, che - per comeinterpretato e applicato - consente ai giudici di dichiarareinammissibile l’appello proposto avverso una sentenza di primogrado che si ponga "in linea" rispetto a più precedenticonformi.  Larecente introduzione di queste due disposizioni (l’una nel 2009,l’altra nel 2012) all’interno del codice di rito ha segnato unaconsiderevole e indubbia "rivoluzione" nel sistema processuale italiano, con innegabile avvicinamento ai sistemi di common law. L’innovativoistituto del "filtro alle impugnazioni"subordina ora l’esame preliminare delle impugnazioni convalutazione discrezionale dei giudici d’appello o della CorteSuprema, i quali accettano di decidere unicamente i gravamiproposti avverso sentenze non conformi ai propri orientamenti odattinenti a questioni giuridiche di particolare importanza. Secondol’art. 360-bis c.p.c., "il ricorso è inammissibile: quandoil provvedimento impugnato ha deciso le questioni di diritto in modoconforme alla giurisprudenza della Corte e l’esame dei motivi nonoffre elementi per confermare o mutare l’orientamento della stessquandoè manifestamente infondata la censura relativa alla violazione deiprincìpi regolatori del giusto processo".  Declinandoin concreto l’onere di specificità dei motivi richiamati, laCassazione enuclea le istruzioni da seguire allorché si lamentiviolazione o falsa applicazione di norme di diritto, che possonocosì riassumersi: a- indicazione delle norme di diritto che si assumono violate, nonlimitandosi ad una mera indicazione, ma dando conto del lorocontenuto precettivo; b- specifica individuazione della ratio decidendi e raffronto dellastessa con quelle adottate nella giurisprudenza di legittimitàprevalente;  c- enucleazione, là dove la sentenza gravata risulti conforme agiurisprudenza di legittimità, di argomenti idonei a provocare ilsuperamento dell’orientamento giurisprudenziale seguito daigiudici di merito.  LaCassazione esige pertanto, per proporre ricorso in sede dilegittimità - principio pure estensibile in sede di appello -, diadottare le medesime tecniche di ragionamento giuridico e diinterpretazione di cui si servono i common lawyers, mediante ricercadi precedenti che presentino una situazione di fatto analoga aquella del caso di specie.  Ilragionamento che la Cassazione suggerisce nel provvedimento inesame, sebbene incentrato sul diritto anziché sul fatto, è ilseguente: I-ricercare precedenti di legittimità che abbiano applicato la normadi diritto in relazione alla quale è formulata la censura; II-individuarne la ratio decidendi; III-verificarne l’applicabilità al caso concreto; IV- in tal caso, e volendo distanziarsene, tentare di offrire elementiidonei a supportare il distinguishing. Lavincolatività del precedente può essere superata solo con ildistinguishing:in questo caso il giudice esclude l’applicabilità di uno specificoprecedente al caso di specie sulla base delle sottili differenze infatto che possano marcare una certa distanza fra la fattispecieportata al suo esame e la fattispecie in passato decisa da altrogiudice, sempre che tali differenze si possano considerare rilevantiper la questione da decidere. Inaltri termini, con il distinguishingilgiudice dimostra che l’identità tra la fattispecie portata al suoesame e quella del precedente è solo apparente. Ilricorso a questa tecnica, che gioca un ruolo molto importante neisistemi di commonlaw,è possibile anche ai giudici inferiori. L’ordinanza4366/2018 è emblematica dei profondi mutamenti che il nostroordinamento sta attraversando. Perutilizzare le parole della Cassazione, "il principio dellostare decisis [...] si fa strada nel nostro ordinamento in funzionedel potenziamento della funzione nomofilattica della Corte suprema edi uniformazione delle decisioni giurisprudenziali, presuppostoindispensabile per assicurare l’eguaglianza dei cittadini".  Afronte della chiara evoluzione del sistema processuale italiano, èinsito nel principio dello stare decisis un vincolo imposto alGiudice di merito di allineare le proprie decisioni all’orientamentoassunto dalla Suprema Corte in materia. In caso contrario- distinguishing- spetterà al Giudice di merito fornire validemotivazioni, sostenute sotto il profilo logico normativo ededuttivo, contrarie alla ratio legis e all’indirizzo dilegittimità. Riflessoimmediato della decisione adottata dal Giudice di merito qualoracontraria e non conforme allo star decisis è la "posizione dineutralità" che assumerà la parte processuale che abbiainteso, diversamente e pedissequamente, sostenere le proprie ragionidi fatto e di diritto sulla base dell’orientamento di legittimitàformatosi in materia. Intale ipotesi sussistono indubbi e giusti motivi affinché il Giudicedi merito discordante abbia ad attuare una compensazione delle spesedi giudizio in capo alla parte processuale soccombente che si siadiversamente attenuta a tesi conformi a precedenti decisioniadottate in materia dalla Suprema Corte.   Diversamentesi avrebbe una decisione atta a penalizzare, ingiustamente eimmotivatamente, la parte ricorrente resasi diligente, ossequiosa ecoerente ai principi di diritto enucleati e chiariti in materiadalla Suprema Corte.  Afronte della decisiva rilevanza dello "stare decisis" s’èacceso ampio dibattito coinvolgente magistratura e cultori deldiritto  ( http://www.scuolamagistratura.it  e  https://www.unitus.it ). Indubbial’incisiva portata innovativa delle procedure introdotte dagli artt.348-ter e 360-bis c.p.c., con riflessi immediati sulla definizionedelle vertenze in conformità ai precedenti di leggittimità giàoggetto di decisione, salvo diversa motivazione logica e contrarianon ancora esaminata o già disattesa dagli Ermellini. Si è aperto un nuovo importante capitolo atto a valorizzare e consolidare il principio di certezza del diritto troppo spesso ingiustamente violato e, di riflesso, si consolida un ulteriore passo verso una maggiore responsabilizzazione dei magistrati di questi tempi tristemente oscurata da fatti di cronaca destabilizzanti.

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